venerdì 21 settembre 2007

Ode alla vita di Pablo Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e non cambia il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di inziarlo, chi non fa domande su argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Ode to life

Slowly dies he who becomes a slave to habit, repeating the same journey every day, he who doesn’t change his march, he who doesn’t risk and change the color of his clothes, he who doesn’t speak to he whom he doesn’t know.
Slowly dies he who makes of the television his guru, Slowly he who avoids a passion dies, he who prefers black on white and dots on is rather than a togetherness of emotions exactly those the make the eyes shine, those that make the heart beat before error and feeling.
Slowly dies he who doesn’t overturn the table, he who is unhappy in his work,
he who doesn’t risk certainty for uncertainty to follow a dream, he who doesn’t permit himself at least one time in his life to flee sensible counsels.
Slowly dies he who doesn’t travel, he who doesn’t read, he who doesn’t listen to music,
he who doesn’t find grace in himself. Slowly he who destroys his own love dies, he who doesn’t allow himself to be helped. Slowly he who passes his days lamenting about his own misfortune or the incessant rain dies.
Slowly dies he who abandons a project before beginning it, he who doesn’t ask questions about topics he doesn’t know, he who doesn’t answer when he is asked something that he knows. Let’s avoid death by small doses, remembering always that being alive requires a much larger effort than the simple act of breathing.
Only burning patience will bring within reach a splendid happiness.

giovedì 6 settembre 2007

Montalbano sono........

Il 6 settembre del 1925 nasce A Porto Empedocle (AG) Andrea Camilleri. Il primo libro che ho letto di questo scrittore è "Il Birraio di Preston". Qui si descrive la famosa Vigata, un paese immagginario che non è altro che la sua Porto Empedocle. E per la prima volta conosciamo il Commissario Montalbano, il personaggio più famoso dei suoi libri. La nascita di questo personaggio è del tutto casuale. Lo dice lo stesso autore in una sua intervista: "la lettura di un romanzo di Vazquez Montálban Il pianista - che non ha nulla a che fare con i suoi Pepe Carvalho - mi aveva suggerito una strada possibile per strutturare Il birraio di Preston. Io rimasi grato a questo autore spagnolo che non conoscevo e decisi di chiamare il commissario, del quale stavo scrivendo questa prima avventura, Montalbano, che è anche un cognome siciliano diffusissimo. Così pigliavo due piccioni con una fava: pagavo un certo debito a Montálban e nello stesso tempo davo un nome siciliano preciso a questo commissario." Camilleri è anche autore e regista. Da ricordare tra le molte produzioni Rai la serie televisiva del 1959 sul tenente Sheridan con Ubaldo Lay, più tardi poi con Il commissario Maigret con Gino Cervi Sicuramente è considerato uno degli scrittori italiani contemporanei più famosi. Fino ad oggi ha venduto oltre 10 milioni di copie. Tra le curiosità, non tutti sanno che, dall'aprile 2003 il comune di Porto Empedocle ha assunto la denominazione ufficiale di Porto Empedocle Vigata, dal nome immaginario attribuito al paese dallo scrittore che in quei luoghi ha ambientato i romanzi e i racconti aventi come protagonista il Commissario Montalbano. Ed a proposito di questo personaggio, interpretato negli sceneggiati televisivi da Luca Zingaretti, sono già stati pubblicati 12 romanzi. Per chi volesse saperne di più sulla sua vita e sulle sue opere di Camilleri può consultare il sito ufficiale di Andrea Camilleri
Per chi ama leggere Camilleri un elenco dei libri fino ad oggi pubblicati:
  • 1978, Il corso delle cose, Lalli
  • 1980, Un filo di fumo, Garzanti
  • 1984, La strage dimenticata, Sellerio
  • 1992, La stagione della caccia, Sellerio
  • 1993, La bolla di componenda, Sellerio
  • 1994, La forma dell'acqua, Sellerio
  • 1995, Il gioco della mosca, Sellerio
  • 1995, Il birraio di Preston, Sellerio
  • 1996, Il cane di terracotta, Sellerio
  • 1996, Il ladro di merendine, Sellerio
  • 1997, La voce del violino,, Sellerio
  • 1998, La concessione del telefono, Sellerio
  • 1998, Un mese con Moltalbano, Mondadori
  • 1999, La mossa del cavallo, Rizzoli
  • 1999, Gli arancini di Moltalbano, Mondadori
  • 2000, La gita di Tindari, Sellerio
  • 2000, La scomparsa di Patò, Mondadori
  • 2000, Biografia del figlio cambiato, Rizzoli
  • 2000, Favole del tramonto, Edizioni dell'Altana
  • 2001, Racconti quotidiani, Libreria dell'Orso
  • 2001, Gocce di Sicilia, Edizioni dell'Altana
  • 2001, L'odore della notte, Sellerio
  • 2001, Il re di Girgenti, Sellerio
  • 2001, Le parole raccontate. Piccolo dizionario dei termini teatrali, Rizzoli
  • 2002, La paura di Montalbano, Mondadori
  • 2002, Storie di Montalbano, Mondadori
  • 2002, L'ombrello di Noè. Memorie e conversazioni sul teatro', Rizzoli
  • 2002, La linea della palma, Rizzoli
  • 2002, Le inchieste del Commissario Collura, Libreria dell'Orso
  • 2003, Il giro di boa, Sellerio "La Memoria"
  • 2003, La presa di Macallè, Sellerio
  • 2003, Teatro, Arnaldo Lombardi "Gioielli discreti"
  • 2004, Romanzi storici e civili, Mondadori
  • 2004, La prima indagine di Montalbano, Mondadori
  • 2004 La pazienza del ragno, Sellerio
  • 2005 Privo di titolo, Sellerio
  • 2005 La luna di carta, Sellerio
  • 2005 Il medaglione, Mondadori
  • 2006 La pensione Eva, Mondadori
  • 2006 Il diavolo. Tentatore; Innamorato, Donzelli
  • 2006 La vampa d'agosto, Sellerio
  • 2006 Vi racconto Montalbano, Interviste, Datanews
  • 2006 Le ali della sfinge, Sellerio
  • 2007 Pagine scelte di Luigi Pirandello, Rizzoli
  • 2007 Il colore del sole, Mondadori
  • 2007 Le pecore e il pastore, Sellerio
  • 2007 Boccaccio - La novella di Antonello da Palermo, Guida
  • 2007 La pista di sabbia, Sellerio
Per chi vuole vedere o rivedere gli sceneggiati fatti dalla Rai può collegarsi al sito di Rai Click dove vi sono 14 sceneggiati del Commissario Montalbano in streaming.
Rai Click sceneggiati di Montalbano

mercoledì 5 settembre 2007

A' Livella di Totò

Ogn'anno,il due novembre,c'é l'usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll'adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero.

Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch'io ci vado,e con dei fiori adorno il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.

St'anno m'é capitato 'navventura... dopo di aver compiuto il triste omaggio. Madonna! si ce penzo,e che paura!, ma po' facette un'anema e curaggio.

'O fatto è chisto,statemi a sentire: s'avvicinava ll'ora d'à chiusura: io,tomo tomo,stavo per uscire buttando un occhio a qualche sepoltura.

"Qui dorme in pace il nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno ardimentoso eroe di mille imprese morto l'11 maggio del'31"

'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto... ...sotto 'na croce fatta 'e lampadine; tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto: cannele,cannelotte e sei lumine.

Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore nce stava 'n 'ata tomba piccerella, abbandunata,senza manco un fiore; pe' segno,sulamente 'na crucella.

E ncoppa 'a croce appena se liggeva: "Esposito Gennaro - netturbino": guardannola,che ppena me faceva stu muorto senza manco nu lumino!

Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo... chi ha avuto tanto e chi nun ave niente! Stu povero maronna s'aspettava ca pur all'atu munno era pezzente?

Mentre fantasticavo stu penziero, s'era ggià fatta quase mezanotte, e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero, muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.

Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano? Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia... Penzaje:stu fatto a me mme pare strano... Stongo scetato...dormo,o è fantasia?

Ate che fantasia;era 'o Marchese: c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano; chill'ato apriesso a isso un brutto arnese; tutto fetente e cu 'nascopa mmano.

E chillo certamente è don Gennaro... 'omuorto puveriello...'o scupatore. 'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro: so' muorte e se ritirano a chest'ora?

Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo, quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto, s'avota e tomo tomo..calmo calmo, dicette a don Gennaro:"Giovanotto!

Da Voi vorrei saper,vile carogna, con quale ardire e come avete osato di farvi seppellir,per mia vergogna, accanto a me che sono blasonato!

La casta è casta e va,si,rispettata, ma Voi perdeste il senso e la misura; la Vostra salma andava,si,inumata; ma seppellita nella spazzatura!

Ancora oltre sopportar non posso la Vostra vicinanza puzzolente, fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso tra i vostri pari,tra la vostra gente"

"Signor Marchese,nun è colpa mia, i'nun v'avesse fatto chistu tuorto; mia moglie è stata a ffa' sta fesseria, i' che putevo fa' si ero muorto?

Si fosse vivo ve farrei cuntento, pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse e proprio mo,obbj'...'nd'a stu mumento mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".

"E cosa aspetti,oh turpe malcreato, che l'ira mia raggiunga l'eccedenza? Se io non fossi stato un titolato avrei già dato piglio alla violenza!"

"Famme vedé..-piglia sta violenza... 'A verità,Marché,mme so' scucciato 'e te senti;e si perdo 'a pacienza, mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...

Ma chi te cride d'essere...nu ddio? Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?... ...Muorto si'tu e muorto so' pur'io; ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".

"Lurido porco!...Come ti permetti paragonarti a me ch'ebbi natali illustri,nobilissimi e perfetti, da fare invidia a Principi Reali?".

"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!! T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella che staje malato ancora e' fantasia?... 'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme: tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo, suppuorteme vicino-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"

Di Totò si potrebbe scrivere tanto. E resterebbe sempre da scrivere. Il rammarico è che è stato riconosciuto un grande attore solo dopo la sua morte. In una intervista, dimostrando che i grandi sono sempre umili, ha detto : «Sono ormai all'età in cui si tirano le somme, e io non ho fatto ancora nulla, sarei potuto diventare un grande attore, e invece su 100 e più film che ho girato, ne sono degni non più di cinque, ma anche fossi diventato un grande attore cosa sarebbe cambiato, noi attori siamo solo venditori di chiacchiere, un falegname vale certo più di noi, almeno il tavolino che fabbrica, resta nel tempo, dopo di lui, noi attori se abbiamo successo, duriamo massimo una generazione.»

lunedì 3 settembre 2007

Il vento nell'isola di Pablo Neruda

Il vento è un cavallo: senti come corre per il mare, per il cielo. Vuol portarmí via: senti come percorre il mondo per portarmi lontano. Nascondimi, tra le tue braccia per questa notte sola, mentre la pioggia rompe contro il mare e la terra la sua bocca innumerevole. Senti come il vento mi chiama galoppando per portarmi lontano. Con la tua fronte sulla mia fronte, con la tua bocca sulla mia bocca, legati i nostri corpi all'amore che ci brucia, lascia che il vento passi senza che possa portarmi via. Lascia che il vento corra coronato di spuma, che mi chiami e mi cerchi galoppando nell'ombra, mentre, sommerso sotto i tuoi grandi occhi, per questa notte sola riposero, amor mio
Wind on the Island The wind is a horse: hear how he runs through the sea, through the sky. He wants to take me: listen how he roves the world to take me far away. Hide me in your arms just for this night, while the rain breaks against sea and earth its innumerable mouth. Listen how the wind calls to me galloping to take me far away. With your brow on my brow, with your mouth on my mouth, our bodies tied to the love that consumes us, let the wind pass and not take me away. Let the wind rush crowned with foam, let it call to me and seek me galloping in the shadow, while I, sunk beneath your big eyes, just for this night shall rest, my love.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...