venerdì 16 novembre 2007

Il Cielo Capovolto (Ultimo canto di Saffo) di Roberto Vecchioni

Testo della canzone di Roberto Vecchioni del 1995 dedicata alla poetessa Saffo.






Che ne sarà di me e di te, che ne sarà di noi? 
L'orlo del tuo vestito, un'unghia di un tuo dito, l'ora che te ne vai... 
Che ne sarà domani, dopodomani e poi per sempre? 
Mi tremerà la mano passandola sul seno, cifra degli anni miei... 
A chi darai la bocca, il fiato, le piccole ferite, gli occhi che fanno festa, la musica che resta e che non canterai? 
E dove guarderò la notte, seppellita nel mare? 
Mi sentirò morire dovendo immaginare con chi sei... 
Gli uomini son come il mare: l'azzurro capovolto che riflette il cielo; sognano di navigare, ma non è vero. 
Scrivimi da un altro amore, e per le lacrime che avrai negli occhi chiusi, 
guardami: ti lascio un fiore d'immaginari sorrisi. 
Che ne sarà di me e di te, che ne sarà di noi? 
Vorrei essere l'ombra, l'ombra che ti guarda e si addormenta in te; 
da piccola ho sognato un uomo che mi portava via, 
e in quest'isola stretta lo sognai così in fretta che era passato già! 
Avrei voluto avere grandi mani, mani da soldato: 
stringerti così forte da sfiorare la morte e poi tornare qui; avrei voluto far l'amore come farebbe un uomo, 
ma con la tenerezza, l'incerta timidezza che abbiamo solo noi... 
gli uomini, continua attesa, e disperata rabbia di copiare il cielo; 
rompere qualunque cosa, se non è loro! 
Scrivimi da un altro amore: le tue parole sembreranno nella sera come l'ultimo bacio dalla tua bocca leggera. 


Aggiornamento : 02 Gennaio 2010







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