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Dalla Repubblica:
Per il mancato rinnovo dei finanziamenti regionali rischia di chiudere fra pochi giorni il Centro di riferimento regionale dell´Imi dove ci si occupa della diagnosi e della cura della sindrome di down. I genitori: "Saremo costretti a emigrare a Roma o a Genova"
Cinquecento bambini down a casa, senza più un posto dove essere seguiti e aiutati a diventare indipendenti perché la Regione non vuole sborsare centomila euro. Per il mancato rinnovo dei finanziamenti regionali rischia di chiudere fra pochi giorni il Centro di riferimento regionale dell´Imi per patologie di alta specializzazione, dove ci si occupa della diagnosi e della cura della sindrome di down e delle altre patologie cromosomiche e genetiche.
Per questo motivo, ieri, gli operatori sanitari del centro hanno scritto al presidente della Regione, all´assessore alla Sanità, al rettore e al Policlinico per comunicare «la sospensione di ogni attività dal giorno 1 giugno, in assenza di rassicurazioni certe e ufficiali da parte degli organi competenti, in vista della nuova scadenza dei contratti che avverrà il 31 maggio prossimo».
Nella finanziaria 2009 il fondo destinato al centro dell´Imi si è ancora ridotto: 100 mila euro che probabilmente non arriveranno mai. Dopo otto anni di attività, quindi i medici (con contratto a progetto) e le famiglie dei bambini in cura presso il centro si ritroveranno orfani dell´unica struttura in Sicilia che fosse all´altezza del Cepim di Genova o del centro romano di Giorgio Albertini.
E mentre il bilancio regionale prevedeva fondi per gli amatori del rugby, per le unioni dei giuristi cattolici e per le bande del paese, i genitori dei bambini down si trovano a dovere affrontare la paura di trovarsi di nuovo soli.