Sembrano le solite parole di retorica ma, in un mondo arido, dove si discute di squallidi giochi di potere e di corruzione, mentre tanti fanno i ruffiani dei potenti per paura di perdere quanto hanno rubato, in questa Italia, c'è ancora chi, non pensa alla propria vita ma a quella degli altri esseri umani. Senza chiedere niente in cambio. A Simone ed a tutti quelli che hanno vissuto come lui, ci inchiniamo con un umile "Grazie". Non c'è altro da dire.
Da Panorama.it
Era un ragazzo sorridente, Simone Neri. Fra 9 giorni avrebbe compiuto 30 anni. Era sottocapo di prima classe della Marina. Aveva una ragazza e sognava con lei una famiglia, come tutti. E, nel nubifragio di giovedì scorso nel messinese, era in salvo. Verbi al passato. Perché Simone non c’è più.
Adesso Simone vive nel paradiso degli eroi: si era salvato dalla valanga di fango e detriti, salendo sul tetto di casa. Ma da lì era ridisceso: non ce l’ha fatta a girarsi dall’altra parte e a far finta di non sentire le urla disperate delle persone rimaste intrappolate nel fango.
Prima ha salvato un vicino che urlava disperato dalla sua casa crollata. Poi è corso ad aiutare una donna intrappolata tra le macerie. L’ha presa in braccio e l’ha portata in salvo sopra il tetto sicuro. Poi è toccato ad un’amico sulle spalle. Avanti e indietro, per mettere in salvo uomini e donne. Per otto volte.
Poi alle 21,00 del 1 ottobre, l’ultima telefonata alla fidanzata “C’è un bambino che piange, vado a salvarlo. Qualsiasi cosa succeda, ricordati che io ti amo“. Ed è stata l’ultima sua frase d’amore.