martedì 28 ottobre 2008

da "Parole sussurrate" di Kahlil Gibran

La mente soppesa e misura, ma è lo spirito che giunge al cuore della vita e ne abbraccia il segreto; e il seme dello spirito è immortale. Il vento puo' soffiare e placarsi, e il mare fluire e rifluire: ma il cuore della vita è sfera immobile e serena, e in quel punto rifulge una stella che è fissa in eterno.

Un gioco come aperitivo

Ci sono quelli che prima dei pasti amano bersi un aperitivo. Magari il classico Martini con oliva. Per la cena di stasera vi do io un aperitivo. Si chiama Zwingo. Non ha niente di esotico e non si beve. E' un gioco in flah. Semplice ma divertente. Si gioca sul web senza bisogno di scaricare ed installare niente. Dovete colpire le palline nere prima che queste spostano dal centro la palla bianca. E ..colpite forte per fare più punti. Buona ...cena Per giocare fate click qui

Attento a cosa scrivi......

Si parla moltissimo, in questi ultimi tempi, di social neetwork. Reti come Facebook o Myspace ormai sono in competizioni a chi ha o avrà nei prossimi anni il maggior numero di utenti. Da qui è stato facile cominciare a discutere sul problema della privacy. Se da un lato piace a tutti avere un piccolo momento di notorietà, una piccola vita sul web, esistono sempre i rischi, come rovescio della medaglia, di avere qualche piccolo o serio incidente di percorso. E' il caso di Kyle Doyle, dipendente di un call center in Australia, un caso che in maniera simpatica ci ha fatto conoscere Paolo Attivissimo nel suo blog. Infatti Kyle ha ricevuto richiesta, da parte del proprio datore di lavoro, di giustificare con un certificato medico, l'assenza di una giornata lavorativa. Kyle ha ribadito che non era tenuto a farlo rispettando il proprio contratto di lavoro. Ed allora gli è stata inviata la schermata del proprio profilo di Facebook. Infatti in Facebook, Kyle si era vantavo di essersi preso una bella sbronza con relativa assenza di lavoro come malattia. Sembra una cosa stupida e banale. Ma, in buona fede, il ragazzo non ha tenuto conto che gli interlocutori nelle reti sociali, non sempre sono gli amici. In alcuni casi, se il profilo è pubblico, e Facebook mi sembra che non offra profili privati come in Myspace, chiunque può seguire la nostra vita se noi abbiamo l'abitudine di scriverla nelle reti sociali. Ricordatevelo quando decidete di insultare in vostro capoccia. Può darsi che lui/lei sia un frequentatore di queste reti. Forse, per il prossimo futuro, si farà un uso diverso dei social neetwork. E l'entusiasmo di raccontare i passi della nostra giornata, sarà smorzato dalla necessità di avere una nostra vita privata.
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