Si parla moltissimo, in questi ultimi tempi, di social neetwork. Reti come Facebook o Myspace ormai sono in competizioni a chi ha o avrà nei prossimi anni il maggior numero di utenti.
Da qui è stato facile cominciare a discutere sul problema della privacy.
Se da un lato piace a tutti avere un piccolo momento di notorietà, una piccola vita sul web, esistono sempre i rischi, come rovescio della medaglia, di avere qualche piccolo o serio incidente di percorso.
E' il caso di Kyle Doyle, dipendente di un call center in Australia, un caso che in maniera simpatica ci ha fatto conoscere Paolo Attivissimo nel suo blog.
Infatti Kyle ha ricevuto richiesta, da parte del proprio datore di lavoro, di giustificare con un certificato medico, l'assenza di una giornata lavorativa.
Kyle ha ribadito che non era tenuto a farlo rispettando il proprio contratto di lavoro. Ed allora gli è stata inviata la schermata del proprio profilo di Facebook.
Infatti in Facebook, Kyle si era vantavo di essersi preso una bella sbronza con relativa assenza di lavoro come malattia.
Sembra una cosa stupida e banale. Ma, in buona fede, il ragazzo non ha tenuto conto che gli interlocutori nelle reti sociali, non sempre sono gli amici.
In alcuni casi, se il profilo è pubblico, e Facebook mi sembra che non offra profili privati come in Myspace, chiunque può seguire la nostra vita se noi abbiamo l'abitudine di scriverla nelle reti sociali.
Ricordatevelo quando decidete di insultare in vostro capoccia. Può darsi che lui/lei sia un frequentatore di queste reti.
Forse, per il prossimo futuro, si farà un uso diverso dei social neetwork. E l'entusiasmo di raccontare i passi della nostra giornata, sarà smorzato dalla necessità di avere una nostra vita privata.