venerdì 30 luglio 2010

La nazionale di Rugby femminile Iraniana con velo e pantaloni.

Sono sbarcate a Roma. Sono giocatrici di rugby della Nazionale Iraniana. Non farebbero notizia. Se non fosse che, per loro tradizione e religione, giocano con il velo ed i pantaloni. Per il velo passi. Alla fine il fastidio è solo per loro. Ma i pantaloni offrono una buona presa di placcaggio per gli avversari. Come dire ..paese che vai ...tradizioni che trovi. Anche se, almeno per me, sarà impossibile trovare una giustificazione in un contesto religioso o storico. I tempi sono cambiati per noi occidentali, sarebbe tempo che cambino anche per quelli orientali. Infatti dimenticavo di dire. In caso di infortunio dovrà entrare in campo solo un medico donna. E' per loro vietato il medico di "sesso maschile". Chiudiamo un occhio e magari due per velo ed i pantaloni ma per la salute c'è poco da scherzare. Ammiro molte le tradizioni orientali. La loro filosofia, i loro tempi, le loro scelte. Ma quando si fanno differenze sul colore della pelle o del sesso, la pensiamo all'opposto. Non tutto l'Oriente brilla. 

giovedì 29 luglio 2010

Paese che vai...Monopoli che trovi

Anche Monopoli cambia. Il popolare gioco della Hasbro era invariato dal 1935. Dal 2011 sostituisce alcune storiche caselle. Escono città come Milano e Firenze ed entrano città nuove come Chieti e l'Aquila. Si è arrivato a queste scelte attraverso le votazioni degli utenti sullo stesso sito della Hasbro. 

Ci sono stati utenti che si sono organizzati come quelli di Chieti. Trasmettendosi il tam tam attraverso gruppi su Facebook. E cosi si è creata la nuova classifica. E' chiaro che questo metodo non va per niente bene. Infatti Chieti sarà popolare per chi l'ha votata. 

Ma il resto dei giocatori magari neanche sanno dove si trova. E cosi il gioco perderà molto del suo fascino. Restare immutato negli anni significava raggiungere un obiettivo che riesce a pochi. 

Parco della Vittoria e Vicolo stretto? Sono nomi che ci fanno ritornare bambini, quando passavamo ore davanti a questo gioco con i compagni, gli amici o i familiari. Queste parole ormai erano cosi note che appena pronunciate tutti pensavamo al Monopoli. Non è lo stesso pronunciare Chieti o L'aquila. Senza offesa per gli amici abruzzesi. 
Una curiosità. A quanto pare nel nome del gioco si perde la i finale sostituita dalla y. Si chiamerà Monopoly. Scarna consolazione. Penso che chi ha ancora una edizione del vecchio Monopoli se la terrà ancora più stretta. 

La Grande Mela diventa "marcia"


Prima o poi doveva accadere. Finchè si parlava di Napoli o Palermo, l'immondizia non faceva testo. Come se fosse naturale avere una città invasa dai rifiuti. Ma adesso, che il problema è arrivato a New York, la cosa comincia ad essere più interessante. 


Ebbene sì, anche la Grande Mela comincia ad avere gli stessi problemi delle città italiane. I rifiuti finalmente sono diventati un problema mondiale.

La crisi economica ha fatto ridurre da due ad una raccolta settimanale dei rifiuti a New York ed in questo modo le strade si sono cominciate a riempire di immondizia. 
Il provvedimento che si pensa di adottare è quelli di far pagare una tassa proporzianale a quanto si consuma. In questo caso a quanto si getta. 
Chiaramente non mancano le polemiche. Ma la situazione è ormai questa. Le statististe parlano chiaro. A New York c'è un topo per ogni 7 abitanti. E non si tratta di "Topolino". Niente a che vedere con Disney.
Abbiamo voluto o ci hanno imposto il "consumismo". Comprare, consumare rapidamente e ricomprare. Ogni giorno finiscono nell'immondizia vecchi computer, televisori, cucine, frigo, lavatrici, batterie di cellulari ecc. 
Tutti oggetti che quotidianamente ci pubblicizzano incitandoci al loro acquisto. Non conviene più la riparazione. Costa di più riparare un cellulare che comprarne uno nuovo. 
E cosi adesso non sappiamo più come smaltire tonnellate di oggetti. E cosi aumenta l'inquinamento. 
Adesso è il momento di pensare al riciclaggio. Ma fatto in maniera seria. Non serve a niente fare pagare di più a chi consuma di più. A parte i controlli onerosi per assicurarsi che la tassa sia rispettata, certamente non si risolve il problema.
Riciclare deve essere non più un impegno "sociale" ma una necessità di un mondo che deve continuare a respirare. E sicuramente non si riesce, se siamo costretti a costruire discariche piuttosto che scuole ed ospedali.

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