giovedì 29 luglio 2010

La Grande Mela diventa "marcia"


Prima o poi doveva accadere. Finchè si parlava di Napoli o Palermo, l'immondizia non faceva testo. Come se fosse naturale avere una città invasa dai rifiuti. Ma adesso, che il problema è arrivato a New York, la cosa comincia ad essere più interessante. 


Ebbene sì, anche la Grande Mela comincia ad avere gli stessi problemi delle città italiane. I rifiuti finalmente sono diventati un problema mondiale.

La crisi economica ha fatto ridurre da due ad una raccolta settimanale dei rifiuti a New York ed in questo modo le strade si sono cominciate a riempire di immondizia. 
Il provvedimento che si pensa di adottare è quelli di far pagare una tassa proporzianale a quanto si consuma. In questo caso a quanto si getta. 
Chiaramente non mancano le polemiche. Ma la situazione è ormai questa. Le statististe parlano chiaro. A New York c'è un topo per ogni 7 abitanti. E non si tratta di "Topolino". Niente a che vedere con Disney.
Abbiamo voluto o ci hanno imposto il "consumismo". Comprare, consumare rapidamente e ricomprare. Ogni giorno finiscono nell'immondizia vecchi computer, televisori, cucine, frigo, lavatrici, batterie di cellulari ecc. 
Tutti oggetti che quotidianamente ci pubblicizzano incitandoci al loro acquisto. Non conviene più la riparazione. Costa di più riparare un cellulare che comprarne uno nuovo. 
E cosi adesso non sappiamo più come smaltire tonnellate di oggetti. E cosi aumenta l'inquinamento. 
Adesso è il momento di pensare al riciclaggio. Ma fatto in maniera seria. Non serve a niente fare pagare di più a chi consuma di più. A parte i controlli onerosi per assicurarsi che la tassa sia rispettata, certamente non si risolve il problema.
Riciclare deve essere non più un impegno "sociale" ma una necessità di un mondo che deve continuare a respirare. E sicuramente non si riesce, se siamo costretti a costruire discariche piuttosto che scuole ed ospedali.

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