Se volessi scrivere un romanzo dell'orrore non riuscirei ad arrivare a questa crudeltà neanche con la più fervida fantasia. Eppure è successo. A Catania, il signor Gaetano Adragna, tecnico grafico di 43 anni, ha messo nel congelatore la zia deceduta per continuare ad intascare la sua pensione. Ed il tutto si svolgeva da circa un anno. Il nipotino andava a casa della zia per crearsi l'alibi del sostegno e della cura ammirevole. Ma ai vicini che chiedevano notizie della vecchietta che non vedevano da tempo, dava versioni differenti. E sono stati proprio i vicini, che insospettiti, hanno esposto denuncia alla polizia. E cosi il nipote è crollato. Ha negato responsabilità sulla morte della zia. Ma è tutto da valutare attraverso l'autopsia che stabilirà le vere cause della morte. Ma, tanto per restare nel tema dell'horror puro, l'autopsia si farà quando il cadavere sarà completamente scongelato. I soldi fanno i miracoli ma su certi individui creano danni irreversibili. Ci si augura che a fine processo il signor Adragna sia "congelato" in galera. Sicuramente nel suo cervello mancano diverse "rotelle".
venerdì 3 settembre 2010
Facebook privacy zero e sicurezza eccessiva
Sono stato la scorsa settimana in vacanza a Malta. Era doveroso salutare i tanti amici che ho in Facebook. E cosi, approfittando di una connessione wireless gratuita (McDonalds grazie!) ho cercato di mandare un mex di saluti su Facebook. Ma non ci sono riuscito. Semplicemente non mi riconosceva il mio account. Ho fatto diversi tentativi ma non c'è stato nulla da fare. In un primo momento ho anche pensato di essere stato tagliato una seconda volta. Ma poi, considerando che non avrei potuto fare niente, ho risolto il problema mandando il mex sul buon vecchio Twitter. Il mex è stato subito digerito e pubblicato. E siccome Twitter è collegato a Face, ho risolto il problema dei saluti. E cosi per altri mex in altri giorni. Sembra che Face blocchi le connessioni tramite cellulare se sono all'estero oppure se sono in un wireless pubblico. Una volta fatto ritorno a casa, ho riprovato a connettermi tramite computer. E qui Face mi ha ri-bloccato. Doveva assicurarsi che ero io!. Prima ha voluto che riscrivessi le lettere che mi proponeva. Ma questo non gli bastava. Mi ha invitato a riconoscere 7 amici tramite le loro foto. La cosa divertente è che si è basato con foto con tag, alcune delle quali rappresentavano un oggetto, tipo lattina di coca cola. E come si fa a ricordare chi ti ha taggato su una lattina di coca-cola? Malgrado tutto, il test è andato a buon fine e sono potuto entrare in Face.
Ammetto che la sicurezza sia importante. Ma quella di Face mi è sembrata eccessiva. Se per esempio mi avesse proposto tutte foto (scelte dal server in maniera casuale) con oggetti, io non sarei riuscito a riconoscere nessuno. E come sarebbe finita? Sicurezza si, ma entro i limiti della "mente umana". E cosi ci ritroviamo con una rete sociale che fa per mille per evitare intrusioni estranee, ma che fa pochissimo per garantire ad ognuno di noi un minimo di privacy. Gli esempi sulla mancanza di privacy in Facebook e relative proteste da parte degli utenti iscritti, certamente non mancano. Un rivedere il tutto dandogli un maggior equilibrio in termini di sicurezza e privacy, non solo sarebbe auspicabile, ma necessario per i prossimi anni, tenendo conto che stanno per arrivare nuove "reti sociali". Una su tutte quella di Google. La pubblicità delle reti sociali rende parecchi miliardi in termini monetari. Fa gola ai grandi dell'informatica. Infatti per Google sarebbe l'ennesimo tentativo dopo il fallimento di Wave e in parte di Buzz. Ma lui insiste. Staremo a vedere chi la spunterà.
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