La Procura di Bologna ha aperto un inchiesta per scoprire gli autori di un sito che si chiama "Caccia allo sbirro". In questo sito venivano divulgate foto, informazioni e dati personali di poliziotti. L'invito era di divulgare queste informazioni su quelli che gli autori del sito chiamava "servi della borghesia".
Il sito non è più raggiungibile. Il procuratore bolognese Silverio Piro guida un'indagine per scoprire gli autori, i quali rischiano l'accusa di minacce, istigazione alla violenza e violazione della privacy.
Nel frattempo il sito de La voce del nuovo Pci, che invitava a collaborare al sito Caccia allo sbirro, è stato attaccato da alcuni pirati informatici che si sono autodefiniti NetGods Hacker Crew.
Gli hacker hanno lasciato, come segno del proprio passaggio, un'immagine - un teschio con un berretto della polizia - e la scritta "NetGods Crew a favore delle forze dell'ordine!! No all'infame divulgazione delle informazioni personali!! Rendiamo la vita difficile ai comunisti, terroristi e provocatori! Sabotiamo il controllo comunista!".
Inoltre sul forum del Sindacato Autonomo di Polizia un'utente, dichiarando di essere una poliziotta, sostiene di aver creato un blog opposto chiamato Hunting the Anarchists! (Caccia agli anarchici!) con l'intento dichiarato di scendere allo stesso livello degli autori di Caccia allo sbirro.
La situazione, che continua a scaldarsi, offre terreno fertile all'onorevole Gabriella Carlucci, la quale si sente ancora più certa della bontà della propria proposta di legge che prevede l'abolizione dell'anonimato in Rete affermando: "Ancora una volta anonimi delinquenti usano Internet per diffamare, dileggiare, schedare, offendere, denunciare".
E' inutile dire che quanto accade non è alla portata dei semplici utenti di internet. Anche se non ci fosse l'anonimato, per gli hacker sarebbe sempre un gioco da ragazzi creare un sito e scomparire.
Semmai è tempo di potenziare le risorse informatiche, con relative conoscenze teoriche e pratiche, degli investigatori.