Deve essere rimosso dall'ordine giudiziario un magistrato che impiega anche 8 anni per scrivere una sentenza. Non c'è niente che possa giustificare ritardi di questo tipo, soprattutto quando il giudice era stato già "avvisato" con due richiami disciplinari.
A questo proposito va ricordato che il codice fissa in 90 giorni il termine massimo per redigere le motivazioni delle sentenze. Perciò la Cassazione ha confermato la "destituzione" dalla magistratura di un giudice siciliano, Edi Pinatto, che negli anni scorsi era stato trasferito a Milano proprio a causa dei ritardi accumulati nella redazione delle motivazioni delle sentenze.
La Suprema Corte, con la sentenza 8615, ha respinto il ricorso del magistrato contro la decisione del Consiglio superiore della magistratura che nel 2008 aveva concluso per la sanzione massima: la rimozione dall'ordine giudiziario. I ritardi di Pinatto, secondo quanto gli era stato contestato nel procedimento disciplinare, avevano anche causato la scarcerazione, per decorrenza termini, di alcuni esponenti della mafia di Gela e in un caso la prescrizione dei reati.
La Cassazione spiega che in questo modo il magistrato "ha provocato nella pubblica opinione una assoluta caduta di stima sulla sua persona gettando discredito anche sul prestigio della magistratura tutta". La Corte ha precisato che una simile condotta non è in alcun modo scusabile soprattutto quando si tratta di procedimenti "in materia di mafia".