Gli hanno dato un sopranno me, i pendolari: Taf, treno ad alta fregatu ra. Non sarà elegante, ma del resto sul Roma-Viterbo proprio non c’è traccia di eleganza: alcuni vagoni sono al buio, perché i writers hanno dipinto di nero i vetri dei finestrini, altri non hanno né aria condizionata, né finestre da aprire, né, quasi, aria; i bagni sono sporchi e maleodoranti, non c’è sapone, non c’è carta; i cestini dei rifiuti sono pieni fin dalla stazione di partenza, alle sei del mattino; soprattutto, c’è un numero che racconta bene la quotidia na odissea dei pendolari: secondo uno studio di «Cittadinanzattiva», da Viterbo a Roma San Pietro i convogli che partono in orario sono lo zero per cento.
Fonte : Corriere.it