Un sedile di aereo, un giubbotto di salvataggio arancione, un recipiente, pezzi metallici bianche e macchie di carburante sono stati avvistati nel primo pomeriggio dall'Aeronautica brasiliana nell'oceano Atlantico a 650 km a nord-est dall'isola brasiliana di Fernando da Noronha.
I ritrovamenti sono avvenuti in un'area vasta almeno 60 km. «Si tratta senza alcun dubbio - ha fatto sapere il ministro della difesa brasiliano, Nelson Jobim - dei resti delll'Airbus Air France scomparso sabato». Jobim ha anche confermato che non sono ancora stati recuperati corpi.
Nella zona di oceano dove potrebbe essere caduto l'Airbus, la profondità dell'Atlantico è tra i quattro e i cinquemila metri, il che renderebbe praticamente impossibile il recupero del relitto. L'area, secondo Edmo Campos, un esperto di oceanografia brasiliano, è una zona abissale, al di fuori della piattaforma continentale, con profondità che possono arrivare a cinquemila metri.
In più, è una zona di correnti forti, che possono arrivare a un metro al secondo, da est a ovest: i resti galleggianti possono quindi essersi spostati molto rispetto alla zona dell'impatto con l'acqua, rendendo ancora più difficile localizzare il relitto, o le sue parti. Lo conferma il fatto che i pochi resti localizzati finora dal C-130 militare brasiliano erano sparpagliati su una distanza di 60 chilometri.