Il fotografo italiano Iago Carazza e l'antropologa tedesca Olga Ammann, hanno pubblicato un libro "Die Letzten Papua", dove raccontano dei loro mesi passati in Papua-Nuova Guinea.
In tale Paese, molte tribù vivono ancora la loro vita identica a quella di secoli o millenni fa, completamente lontani dalla civilizzazione. Il cannibalismo ufficialmente è proibito da cinquant'anni in Papua-Nuova Guinea, ma i due autori citano molti antropologi, secondo i quali in diverse tribù l'antropofagia sopravvive almeno come rito: ci si ciba a volte dei propri cari morti.
Tra le tribù nella giungla ci sono anche molte persone che, intervistate, raccontano volentieri i loro gusti e preferenze nel macabro, agghiacciante mondo del consumo alimentare di carne umana.
La carne dei bianchi, secondo gli abitanti della Papua Nuova Guinea intervistati, risulta non troppo gradita perché emanerebbe un odore troppo forte, e al gusto risulterebbe spesso salata. Molto più buona è la carne dei giapponesi, il cui gusto sarebbe superato solo da quello delle giapponesi, o in generale dalla carne femminile.
Una prova della sopravvivenza del cannibalismo, secondo i due autori del libro, sarebbe il persistere tra quelle tribù della cosiddetta malattia di Kuru, un morbo che si diffonderebbe per via ereditaria tra chi appunto mangia carne umana.
Fonte: Repubblica.it