In Olanda è andata in onda una nuova trasmissione che si chiama «Advocaat van de Duivel», che letteralmente si traduce in "Avvocato del diavolo".
Una giuria popolare di cinque componenti giudica le personalità del nostro tempo. Le prime sentenze: il pluriricercato terrorista Osama Bin Laden è stato ritenuto innocente in merito agli attacchi dell'11 settembre, mentre il processo televisivo a Benedetto XVI si è concluso con un verdetto di colpevolezza. La tesi dell'accusa: «con le sue recenti affermazioni sull'uso del preservativo il Pontefice è reo della diffusione del virus Hiv e della morte di milioni di persone».
L'«Avvocato del diavolo» è partito la settimana scorsa. Sul banco degli imputati nella prima puntata sedeva virtualmente il capo di Al Qaeda, Osama Bin Laden.
Filmati, foto, deposizioni, articoli di giornale erano le «prove schiaccianti» in mano alla pubblica accusa. Ma l'avvocato difensore, Gerard Spong, esperto di diritto e tra i legali più celebri e pagati del Paese, è riuscito a stravolgere la nota tesi secondo cui Bin Laden è il regista degli attacchi terroristici alle Torri Gemelle vincendo così il processo.
Il dibattito tv dura 35 minuti. L'«imputato» della seconda puntata era Benedetto XVI. Tre i capi d'accusa: «la responsabilità del Papa di milioni di morti per Aids», in seguito alle sue recenti frasi sull'uso del preservativo durante il viaggio in Africa a marzo; la «legittimazione dell'antisemitismo», per aver indugiato nel prendere subito le distanze da Richard Williamson, il vescovo lefebvriano che nega l'Olocausto e le camere a gas. Infine, l'accusa a Ratzinger di avere una «posizione discriminatoria nei confronti delle donne e degli omosessuali».
La notizia del nuovo reality ha suscitato polemiche, anche oltreconfine: «Persino per la liberale Olanda la trasmissione "Avvocato del diavolo" è troppo azzardata». Lo show prosegue fino al 13 maggio.
Il format, per ora, stenta a decollare. Ma pare che alcune emittenti scandinave e britanniche vogliano acquistare i diritti di «Advocaat van de Duivel».
Fonte "Corriere della Sera"