La cassa del Comune di Palermo è senza un euro. Ed i cittadini sono chiamati a contribuire con aumenti come quelli della Tarsu. Eppure, da qualche giorno, sulla Repubblica possiamo leggere come a Palermo, il Comune affitta dei locali di sua proprietà a prezzi stracciati.
Il Comune ricava dagli affitti dei suoi immobili appena 180 mila euro all´anno. Cioè nulla, considerando che tra palazzine, appartamenti, negozi e magazzini, solo l´ufficio del Patrimonio gestisce 40 contratti. Il tutto senza contare i beni affidati direttamente a terzi dall´ufficio Centro storico o dall´ex settore Grandi eventi, senza chiedere in cambio alcun canone d´affitto. Quando, invece, il canone lo chiede, affitta immobili a prezzi spesso inferiori a quelli di mercato.
Ci sono fruttivendoli al Capo che per il loro magazzino con annesso bancone delle vendite pagano appena 100 euro al mese, macellerie e profumerie al Villaggio Ruffini che ne pagano 300, o panifici che non vanno oltre i 500 euro.
Meno di un monolocale affittato da privati per uso abitativo. Per non parlare del fatto che Palazzo delle Aquile non incassa un euro dai propri gioielli come Montevergini o che addirittura in alcuni casi paga un affitto, come per il Deposito delle locomotive di Sant´Erasmo (80 mila euro all´anno), e lo affida a terzi senza alcun canone, quindi gratuitamente.
Conti alla mano, i beni del Comune sono affittati a prezzi irrisori. E dire che il nucleo di valutazione interno dell´ufficio Patrimonio, facendo una stima soltanto su 13 beni, prevede un incasso potenziale di affitto annuo di almeno 252 mila euro. In particolare, tra i beni valutati dal Comune, c´è un appartamento al piano terra di Palazzo Palagonia (con un canone d´affitto stimato in 13.800 euro all´anno, e affittato all´associazione Enoclan, che vi gestisce un´enoteca, e che paga 1.200 euro all´anno). Oppure c´è il piano terra di palazzo Cefalà (con canone annuo stimato in 16 mila euro all´anno) affittato per 192 euro all´anno all´associazione Expa.
La ditta Le Cremolose di piazza Alberigo Gentili, che per un chiosco di 21 metri quadrati più una superficie occupata di 61 metri quadrati paga annualmente al Comune 6.717 euro l´anno (600 euro al mese), con contratto rinnovato nel 2008 fino al 2012. Altro locale molto noto in città è La Cuba di Villa Sperlinga, che per il chiosco di 135 metri quadrati e uno spazio esterno di ben 441 metri quadrati paga tremila euro al mese di affitto, per un canone annuo complessivo di appena 35.950 euro: solo per fare un raffronto, un locale equivalente della zona paga di affitto 10 mila euro al mese per un immobile di circa 200 metri quadrati.
Ma allora perchè dobbiamo pagare noi cittadini?