mercoledì 10 dicembre 2008

Dopo la mucca pazza adesso tocca alla pecora

Secondo quanto dichiara oggi la Cia (Confederazione italiana agricoltori),in Italia “Bisogna evitare l’allarmismo perchè gli allevamenti italiani, sia bovini che suini, sono estremamente sicuri. I mangimi che vengono utilizzati sono sottoposti ad analisi rigorose. Gli allevatori rispettano ogni regola igienica e di sanità e da tempo hanno investito in qualità”.  La nota si riferisce al caso dei bovini e dei suini irlandesi. L’origine dell’inquinamento degli animali sarebbe da ricercare nel mangime: un olio altamente tossico usato per i macchinari industriali avrebbe infatti contaminato il cibo poi dato ai maiali e alle mucche.  Domani 1600 ovini allevati in masserie tra Taranto e Statte, risultati contaminati dalla diossina, prodotta da stabilimenti dell’area industriale, saranno abbattute al macello comunale di Conversano (Bari). Secondo le analisi eseguite dall’Azienda sanitaria locale, gli animali avrebbero assunto veleno e le loro carni risulterebbero contaminate e immangiabili. Gli allevatori saranno risarciti con un plafond di 160mila euro: ogni animale contaminato e abbattuto vale circa 133 euro lordi.  Va bene, niente allarmismi, ma possiamo avere dei dubbi su come gli allevatori hanno investito in qualità?

Fonte Panorama.it

Foto Flick

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