Tenzin Gyatso è nato il 6 luglio 1935 in un villaggio nel nord est del Tibet e all'età di due anni fu proclamato come il XIV Dalai Lama e ribattezzato Jetsun Jamphel Ngawang Lobsang Yeshe Tenzin Gyatso, ovvero Sacro Signore, Gloria gentile, Compassionevole, Difensore della fede, Oceano di saggezza.
Il Dalai Lama è la guida spirituale più influente del buddhismo tibetano ed il capo di stato del Tibet con potere decisionale.
Vive dal 1959 in esilio in India, a Dharamsala, con un seguito di 120.000 tibetani in seno ai quali ha costituito il governo tibetano in esilio.
Nel 1989 Tenzin Gyatso ricevette il premio Nobel per la pace. Nel 1995 il Dalai Lama proclamò Gedhun Choekyi undicesima reincarnazione del Panchen Lama, ma la Cina rapì il bambino e nominò come reincarnazione un altro bambino Gyancain Norbu.
Gedhun Choekyi Nyima (oggi sedicenne) è tuttora prigioniero della Cina.
Il Dalai Lama parla l'inglese ed ha ottenuto la simpatia del mondo occidentale per la sua battaglia in nome dell'autodeterminazione del popolo tibetano.
Nel 2005 l'autorevole rivista Time Magazine ha inserito il Dalai Lama tra le 100 personalità più influenti del pianeta.
Nel 2006, presso l'Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi Roma Tre, Tenzin Gyatzo ha ricevuto la laurea honoris causa in biologia
Nel 2007 il Congresso degli Stati Uniti lo ha insignito della più alta onorificenza per i civili, la Medaglia d'Oro.
Nella prima metà del dicembre 2007 ha compiuto un viaggio in Italia: oggetto di critiche è stato il fatto che né il capo della chiesa cattolica, papa Benedetto XVI, né il presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, abbiano ricevuto ufficialmente il Dalai Lama, per paura di aprire l'ennesimo incidente diplomatico con la Cina.
Il religioso è stato comunque ricevuto dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti, da esponenti del clero cattolico ed esponenti di altre religioni.
Il Dalai Lama, alla cerimonia di consegna del Premio Nobel dichiarò:
"Mi considero solo un semplice monaco buddhista. Niente di più, niente di meno. Quello che è importante non sono io ma il popolo tibetano. Questo premio rappresenta un incoraggiamento per i sei milioni di abitanti del Tibet che da oltre quarant'anni stanno vivendo il più doloroso periodo della propria storia. Nonostante ciò la determinazione della gente, il suo legame con i valori spirituali e la pratica della non violenza rimangono inalterati. Il premio Nobel è un riconoscimento alla fede e alla perseveranza del popolo tibetano."
Bandiera del Tibet