giovedì 16 ottobre 2008

Sento puzza di formaggio avariato

Per chi segue questo blog, ricorderà un articolo sulla truffa dei formaggi scaduti che ho pubblicato questa estate. Una truffa riportata dal quotidiano Repubblica. Per leggere quanto scrissi cliccate sul titolo di questo articolo. Come potete leggere una delle aziende coinvolte era la Galbani. Questa azienda all'epoca dichiarò la massima estraneità ai fatti. Qualche giorno fa, 14 ottobre, sulla Repubblica è stato pubblicato che a Perugia, alcuni dipendenti hanno presentato un esposto in procura contro la Galbani, denunciando di essere "stati obbligati, per anni, dai capi del personale, a vendere merce con la data di scadenza contraffatta. Tutto inizia il 14 novembre del 2005. Alcuni dipendenti, in un incontro in un hotel di Perugia, si rivolgono al direttore del personale (tuttora in carica) informandolo su ciò che avviene nel deposito. Un ispettore amministrativo viene inviato nel deposito. Controlla la merce nei furgoni, accerta che è scaduta. Partono i controlli a campione in un paio di negozi. I formaggi e i salumi taroccati, quelli dove viene acclarato il "trucco" sulle confezioni, vengono acquistati dalla stessa azienda. Tolti dagli scaffali. Ma il sistema non cessa. I vertici aziendali vengono informati anche del problema delle "carenze igieniche" durante le operazioni di stoccaggio della merce. Merce stivata fuori dalla celle frigorifere. A volte addirittura in "celle private" ovvero garage. Trasporto con mezzi non idonei. Qualche giorno fa, La Coop ritira per motivi precauzionali tutti i prodotti Galbani. La Galbani chiamata in causa ribatte: «Le notizie riportate si riferiscono a un episodio accaduto nel 2005 e circoscritto alla condotta di un dipendente del deposito di Perugia». È quanto si legge in una nota dei legali della Galbani. «Tale fatto è stato prontamente affrontato e risolto dall'azienda all'epoca non appena è emerso, grazie anche all'intervento di altri collaboratori del deposito». L'azienda ricorda di aver «subito messo in atto tutte le azioni correttive avviando anche gli opportuni provvedimenti disciplinari» e di aver «ulteriormente intensificato i suoi controlli per garantire il massimo rispetto delle procedure volte ad assicurare l'assoluta qualità dei suoi prodotti, fin sulla tavola dei propri consumatori». Galbani tiene anche a sottolineare che a oggi non è pervenuta nessuna segnalazione di un esposto alla procura di Perugia da parte di dipendenti, così come la stessa procura ha confermato in un comunicato. Ieri la Repubblica ha pubblicato che "Nessuna irregolarità è stata riscontrata dai tecnici dei Nas dei carabinieri e dalla Asl nei prodotti Galbani" I controlli continuano. Ma la storia sembra strana. Prima si dice che i dipendenti hanno esposto denuncia alla procura. Dopo la procura afferma che non c'è nessuna denuncia. La stessa Galbani prima dichiara di essere estranea ai fatti. Dopo afferma che è un episodio del 2005 causato da un dipendente. A parte il fatto che non si capisce perchè era un singolo dipendente, in questo caso sarebbe poco chiaro quale era il motivo di cancellare e modificare le date di scadenza, ma la Galbani non avrebbe dovuto denunciare il fatto perchè era un reato penale? E non sembra che questo sia stato fatto. E l'incontro in hotel tra dipendenti e direttore era per caso la partitina a poker del sabato sera? Voi pensatela come volete ma io da consumatore mi scorderò per sempre che "Galbani vuol dire fiducia". E starò ben alla larga dai prodotti di tale azienda. Questa storia puzza più di un formaggio avariato.
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