lunedì 16 febbraio 2009

Il serpente che danza di Charles Baudelaire

Quanto mi piace vedere, cara indolente, del tuo splendido corpo come una stoffa ondeggiante luccicare la pelle Sulla tua chioma profonda, dagli acri profumi, mare odoroso e vagabondo, dai flutti azzurri e bruni, come un vascello che si sveglia al vento del mattino, la mia anima sognante s'appresta a un cielo lontano. I tuoi occhi, nei quali nulla si svela di dolce o d'amaro, sono due gioielli freddi in cui si unisce l'oro col ferro. A vederti procedere ritmicamente, bella d'abbandono, ti si direbbe un serpente che danza in cima a un bastone. Sotto il fardello della tua pigrizia la tua testa di bambina si dondola con la mollezza d'un giovane elefante. E il tuo corpo si piega e s'allunga come un bel vascello che bordeggia e tuffa le sue antenne nell'acqua. Come un flutto ingrossato dalla fonte di ghiacciai grondanti, quando l'acqua della tua bocca risale al ciglio dei tuoi denti, mi pare di bere un vino di Boemia amaro e vittorioso, un cielo liquido che semina di stelle il mio cuore!
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