lunedì 4 maggio 2009

Facebook : la rete dittatoriale

A molti, come nel mio caso, è capitato di avere il proprio account Facebook disabilitato. Ha fatto scalpore il caso del giornalista della Repubblica, Vittorio Zambardino, che ha pubblicato sul suo blog un post sulla vicenza. Post che potete leggere qui.
Il giornalista sporgerà denuncia all’Autorità garante dei dati personali, ma la di là del suo caso specifico è come si suol dire una questione di principio e un precedente (peraltro già verificatosi) che potrebbe diventare una consuetudine. Così infatti commenta Zambardino:
“Ora, se permettete, qui il problema non è personale. …Qui il problema che abbiamo di fronte è quello dei diritti degli utenti di Facebook e delle regole della piattaforma, che non possono andare contro i principi che regolano lo stato italiano, oltre ad essere contrari ad ogni buon senso. Del resto queste grandi aziende sono molto “ragionevoli” quando sbarcano in paesi come la Cina: dicono che le leggi locali vanno rispettate. Quelle di un paese democratico possono essere ignorate?”
Nel caso di Zambardino non si riescono a capire le motivazioni della sua cancellazione.
Nel mio caso, invece, sembra che la colpa sia stata di aver fatto troppi inviti. Mi sembra chiaro che, essendo uno che scrive in un blog, Facebook per me è un veicolo pubblicitario. Non certo vado li a cercare amicizie. Quelle possono anche arrivare: E ben vengano. Ma non è certo mio interesse invitare molte persone per fare molte "amicizie".
Alla fine io mi sono dovuto rifare un nuovo profilo. Sembra, infatti, che Facebook promette un rientro che però non avviene mai.
Sicuramente ho subito un danno di immagine perdendo molte persone. Molti dei quali sono o erano lettori. Molti si offendono perchè non ti vedono più e pensano che tu li abbia volutamente cancellati dalla tua lista amici. E non li puoi certo andare a ricercare ed invitare perchè Facebook ti butterebbe fuori una seconda volta.
Ho perso anche tutte le mie foto, tutti gli articoli scritti ecc.
Ma la cosa divertente, si fa per dire, è che avevo fondato un gruppo. Ebbene, con molto stupore, il gruppo è rimasto. E non ha più amministratore. Quindi ognuno può scrivere ciò che vuole e nessuno può moderare. E la colpa di chi sarà? Il sottoscritto da amministratore è stato declassato a semplice membro. Uno come gli altri.
Questa anomalia non é stata presa in considerazione da Facebook. Certo che se ci saranno problemi a pagare non sarò certamente io.
Facebook si è dimostrato poco democratico nel gestire la sua rete. E le regole nel prossimo futuro dovranno essere riviste. Sono troppi quelli che vengono disabilitati per un nonnulla.
Di contro è stato facile che siano nati gruppi a favore di questo o quel mafioso. Qui Facebook è stato poco solerte ed attento.
In realtà a Facebook interessa vendere. La pubblicità, per cui ha bisogno di milioni di iscritti, e le pagine a pagamento. Per il resto, lascia ad un semplice programma di computer di scandagliare e giudicare i colpevoli.
Ai posteri l'ardua sentenza. Sicuramente, a breve termine, si arriverà ad una svolta. O i tribunali saranno pieni di cause contro mister Facebook.
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