"Che terribile bellezza!
Da quest'istante strappo dalla mia mente qualsiasi altra donna"
Voglio una coppa piena sino all'orlo
E dentro annegarci l'anima:
Riempitela d'una droga capace
Di bandire la Donna dalla mente.
E non voglio dell'acqua poetica, che scaldi
I sensi al desiderio lussurioso,
Ma una sorsata profonda
Tracannata dalle onde del Lete,
Per liberare con un incanto il mio
Petto disperato dall'immagine
Più bella che gli occhi miei festanti
Videro, intossicandone la mente.
È inutile - mi perseguita struggente
La dolcezza di quel viso.
Lo sfavillio del suo sguardo splendente -
E quel seno, terrestre paradiso.
Mai più felice sarà la vista mia,
Ché ha perso il visibile ogni sapore:
Perduto è il piacere della poesia,
L'ammirazione per il classico nitore.
Sapesse lei come batte il mio cuore,
Con un sorriso ne lenirebbe la pena,
E sollevato ne sentirei la dolcezza,
La gioia, mescolata col dolore.
Come un toscano perduto in Lapponia,
Tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
Così sarà lei per me in eterno
L'aura della mia memoria.
John Keats (Londra, 31 ottobre 1795 – Roma, 23 febbraio 1821) è stato un poeta inglese, uno dei principali esponenti del romanticismo.
« qui giace uno
il cui nome fu scritto
sull'acqua »
(John Keats, epitaffio)
Nel corso della sua breve vita, le sue opere furono bersaglio di una costante critica politica. Fu solo successivamente, con l'importanza del mutamento culturale promosso anche dalla sua opera, che il suo lavoro fu pienamente riconosciuto. La poesia di Keats è caratterizzata da un esuberante amore per la lingua e per l'immaginazione, mitigato dalla malinconia. Spesso credette di comporre all'ombra dei grandi poeti del passato e solo verso la fine della sua vita fu in grado di produrre le sue poesie più originali.
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