Dopo essere sopravvissuta alla Sars e aver sopportato bene i problemi dell’influenza aviaria, Hong Kong non sembra aver alcuna intenzione di farsi sopraffare dalla suina. Fino ad oggi i casi accertati sono stati circa 2.000, di cui tre gravissimi. La scorsa settimana la malattia è stata diagnosticata anche a un italiano residente a Hong Kong di ritorno da un viaggio nel Sud-est asiatico che è ora in via di guarigione.
Quando a maggio è stato isolato il primo, al Metropark Hotel, l’albergo e i suoi clienti sono stati messi in quarantena. Ma la città sa di non potersi fermare, soprattutto in tempi di crisi, quindi ha deciso di rinunciare all’isolamento obbligato e di aumentare gli standard di igiene all’interno dei grattacieli. Installando purificatori per l’aria, distribuendo mascherine e gel disinfettanti, e con corsi grafici per lavarsi correttamente le mani. Iniziative, queste, che stanno aiutando Hong Kong a mantenere tassi di crescita della percentuale dei malati pari alla metà di quelli registrati in tutti gli altri paesi colpiti dal virus.
Fonte : Panorama.it